GIANNI DE TORA

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2007 52° BIENNALE DI VENEZIA - EVENTI COLLATERALI "DORSODURO 2537" Fondamenta Briati - VENEZIA dal 6 giugno al 21 Novembre

“CAMERA 312- PROMEMORIA PER PIERRE”

 
INTRODUZIONE STORICO-CRITICA E CENNI SULLA PARTECIPAZIONE DI OSPITI IMPORTANTI E DEI CURATORI E CRITICI PRESENTI

Nel 2007 l'artista Gianni De Tora riceve l'invito a partecipare alla 52° Biennale di Venezia da Ruggero Maggi della galleria Milan Art Center di Milano con la quale aveva collaborato per altri precedenti eventi. Il progetto era molto interessante in quanto riguardava di comporre una installazione in memoria del noto critico d'arte Pierre Restany – fondatore del Nuovo Realismo e figura carismatica di critico e di libero pensatore- morto di recente, dal titolo “Camera 312- promemoria per Pierre”, un progetto non solo a lui dedicato ma su di lui incentrato consistente nel riprodurre quasi fedelmente la storica camera 312 dell'Hotel Manzoni di Milano dove Restany aveva sempre soggiornato in maniera continuativa per oltre trent'anni quando era a Milano. L'arredamento originale della camera 312 viene così presentato all'interno degli spazi espositivi le cui pareti nonché i mobili vengono tappezzati e quasi avvolti da fluttuanti post-it gialli, come era solito fare il noto critico per ricordare e annotare. Era, quindi, proprio questa diversità di approccio e d'utilizzo di materiali e tecniche diverse (stampe digitali, interventi manuali, video,...) sugli stessi post-it a dare all'operazione una visuale il più possibile ampia dei linguaggi artistici contemporanei ed a creare interesse nei visitatori attraverso la visione integrale dell' intervento site-specific. Avendolo conosciuto e apprezzato dagli anni '70 e ricordando la stima reciproca per le varie collaborazioni, De Tora elabora, su indicazione della galleria milanese, una composizione dedicata all'amico e critico scomparso consistente nell'intervento sui post-it gialli con forme e colori nonché frasi e immagini per comporre la sua testimonianza poetica, come faranno anche gli altri artisti coinvolti. Furono inoltre proiettati video che ricordarono la puntata in cui Pierre Restany fu ospite nel programma d'arte e cultura “Passepartout” condotto da Philippe Daverio. Molti gli artisti coinvolti tra cui anche napoletani e di grande successo le performance della serata inaugurale con Kappa, Sarah Pini e molti altri.... Si ricorda che, con il Milan Art Center di Milano, De Tora aveva già collaborato in precendeti importanti eventi come mostre di libri d'artista, mail art e installazioni (Mediale in erba, Miart di Milano etc).

 
installazione opera
 
particolare dell'opera
 
 
ARTICOLO DI RUGGERO MAGGI DEL MILAN ART CENTER DI MILANO SULLA RIVISTA ARTE NOMADE N. 6 DEL GIUGNO 2007

Speciale : CAMERA 312- PROMEMORIA PER PIERRE

Il Milan Art Center, fondato e diretto dal 1973 da Ruggero Maggi svolge un'attività multimediale con particolare riferimento alla poesia visiva, libri d'artista, mail e copy-art, ìnstallazioni e performance. Negli anni '80 ha curato ed organizzato mostre-eventi legati al movimento giapponese Gutai, alla Zaum Poetry russa, all'avanguardia latino-americana, cinese. cecoslovacca, romena e di altri paesi europei. Tra le manifestazioni promosse in Italia ed all'estero: "Italian report" mostra d'arte contemporanea italiana itinerante in gallerie e musei del Giappone e successivamente in Corea, "Eco italiana" mostra itinerante in Germania, "La linea infinita'' (1993-Milano) mostra/installazione dedicata a Piero Manzoni nel trentennale della sua morte, progetto che ha coinvolto artisti di tutto il mondo. L'associazione ha proposto inoltre eventi come: "I metanetworker in spirit" all' interno di Arte Fiera di Bologna nel 1994/1995, "Mediate in erba" al Miart di Milano ed a "Riparte" di Roma, inoltre "Non solo libri" e "Aquarantacinquegiri" in altri spazi espositivi ed, a partire dal 1985, progetti dedicati alla teoria del Caos: "Caos italiano" (1998- Milano), "Caos-Caotica Arte Ordinata Scienza" (1999- S.Vito al Tagliamento, Pordenone, Portogruaro e Latisana e quindi presso "L'Umanitaria" di Milano), "Caos'' (2000- Miart) ed "Isole frattali" (2003-Castell'Arquato), "Caotica'' (2004- Vercelli), "Attrazione frattale" (2006- Premio Oscar Signorini - Fondazione D'Ars). Che emozione improvvisa e violenta la sera in cui mi avvertirono della morte di Pierre Restany. Sapevo che era malato, ma dalle lettere che avevo ricevuto, trasparivano fiducia e speranza. Quando lo conobbi, a metà degli anni '70 all' Hotel Manzoni di Milano, venne a conoscenza del mio viaggio nell'Amazzonia peruvìana, "Amazzonia" fu per noi la parola chiave che fece scattare un immediato contatto spirituale; anche lui era un grande amante e conoscitore di quella foresta e del suo mondo. Da allora c'incontrammo varie volte e sempre, immediato, riemergeva il ricordo di questo amore comune per la Natura. Natura che nella propria essenza più integrale Pierre riusciva a scorgere ormai solo dagli aerei, come mi aveva ironicamente evidenziato in alcune lettere, e che continuava ad affascinarlo con il suo eterno mistero.Pierre Restany, fondatore del Nuovo Realismo e figura carismatica di critico e di libero pensatore, che ha influenzato in modo preponderante il mondo dell'arte contemporanea, ha soggiornato in maniera continuativa per oltre trent'anni nell'ormai storica camera 312 dell'HoteI Manzoni di Milano; dopo la sua scomparsa ho pensato di rendergli omaggio con un progetto non solo a lui dedicato, ma su di lui incentrato. L'arredamento originale della camera 312 dell'Hotel Manzoni verrà presentato all'interno degli spazi espositivi, le cui pareti saranno totalmente avvolte da fluttuanti Post-ìt® gialli. Proprio il Post-it, entrato quasi ovunque come oggetto d'uso quotidiano ed il più diffuso sinonimo per riportare alla mente un evento, è l'elemento base del progetto "Camera 312 - promemoria per Pierre": un modo semplice, diretto, colorato e fluxus per far annotare ad ogni artista invitato la propria testimonianza poetica. Per cogliere l'intima atmosfera della stanza attraverso i messaggi artistici appositamente creati, l'installazione inizierà sulle pareti per poi proseguire sui mobili, ricoprendo lo pazio circostante con isole di colore rigorosamente giallo che coinvolgeranno ed avvolgeranno lo spettatore. Sarà proprio questa diversità d'approccio e d'utilizzo di materiali vari (stampe digitali, interventi manuali, video... ) sugli stessi Post-it® a dare all' operazione una visuale il più possibile ampia dei linguaggi artistici contemporanei ed a creare interesse nei visitatori attraverso la visione integrale dell' intervento sitespecifìc e la molteplicità delle singole opere. Come parte integrante dell' installazione saranno proìettate sia la performance, che verrà presentata il giorno dell'inaugurazione, e sia la puntata, in cui è stato ospite lo stesso Restany, del programma d'arte e cultura "Passepartout" condotto da Philippe Daverio e prodotto dalla Vittoria Cappelli srl.

Tra gli artisti coinvolti: Gianni De Tora.....

 
ARTICOLO DI STEFANIA CARROZZINI SULLA RIVISTA JULIET N. 133 DI GIUGNO 2007

Camera 312- promemoria per Pierre

Cari amici vicini e lontani che avete amato e ancora amate Pierre, anche se non c'è più fisicamente, confesso che ho un sogno: che si possa girare un film sulla sua vita. Quante emozioni, vicissitudini, incontri, scambi, rivelazioni, risvegli. La camera di Pìerre me la immagino così, come il punto fisico, un quadrato elettivo all'interno del quale una mente agile e sveglia compie un viaggio spirituale che passa attraverso la sublimazione di un sapere istintivo. La camera di Pierre Restany! Non è un caso che sia rimasta intatta nelle mani di Ruggero Maggi, come simbolo di passaggio di una vita vissuta all'insegna dell'amore per la verità, una verità cercata nell'uomo prima ancora che nella falsa sicurezza delle ideologie e di qualsiasi organizzazione, autorità, istituzione che limitano e ostacolano la libertà di pensiero. Vedo la camera 312 che ruota nello spazio come un'astronave, nel tempo e senza tempo, nel cuore del vuoto assoluto, nel fuoco della verità che si fa parola e ancora verità, bellezza come verità. Compie viaggi sospinta da forze immatertali, come lo sono i mutamenti più radicali che la vita pone, la vita così diffìcile da descrivere, perché essa stessa è flusso inafferrabile, sorgente e foce. La camera 312 ruota come un satellite nello spazio e muta le forme nel corso del suo viggio nel tempo e senza tempo. E' il punto d'arrivo, il termine del viaggio e scenario di rinascita per una nuova vita. È vita fecondata come il suo pensiero che ha fecondato altre menti con una forza propulsiva infinita. Nel corso della mia esperienza di viaggiatrice e amante del sapere e della verità, che mi accomuna a Pierre, ho conosciuto tante camere d'albergo e nelle camere d'albergo, prima o poi, ci si sente maledettamente soli. Questo è il prezzo da pagare per una mente libera, giovane - non in termini di tempo o d'età- ma viva e innocente e solo una mente come questa può vedere la bellezza nella verità e ciò che non è misurabile a parole. Penso spesso a Pierre e al suo girovagare planetario, dove lui s'ìmpollinava delle vite e poi, a sua volta avrebbe impollinato noi, che nella sede della rivista D'ARS a Milano, lo aspettavamo ansiosi di conoscere che cosa le sue antenne avevano captato come eccezionalì e infallibili radar, quali emergenze e quali muta- menti si prospettavano nel futuro. La camera 312 è nell'aria. Vola e traccia rotte inafferrabili. Vola radiosa e lucente come una stella, calda come cuore pulsante e atterra leggera laddove c'è urgenza di bellezza, di verità e di libertà.

 
ARTICOLO DI VIOLETTA LUONGO SU NAPOLIPIU' IL 22 GIUGNO 2007 PER RICORDARE GIANNI DE TORA E LA SUA PARTECIPAZIONE ALLA BIENNALE

Protagonisti: l'artista napoletano si è spento ieri a 65 anni. In laguna una sua installazione per la Camera 312- promemoria per Pierre (Restany)

DE TORA, LA RICERCA DI UN'ARTE PER TUTTI

Il filo della geometria non si spezza mai. Nel suo mondo artistico. Si è spezzata invece ieri la vita di Gianni DeTora, cheavrebbe compiuto 66 anni il 12 agosto. Artista napoletano, tra i fondatori negli anni settanta del gruppo Geometria e ricerca, grazie al quale l'artista individuava nella geometria una risposta coerente al problema dell'organizzazione dei segni. Confrontava, deformava, analizzava la realtà fenomenica in ogni singolare caratteristica sviscerando fin che poteva, analizzandone le dovute difficotà esistenti. La sua immagine della realtà era diventata forma geometrica in movimento e in evoluzione continua, sintesi assoluta delle molteplicità cangianti e irrazionali, assolutamente uniche di ogni singolarità presente. Sino alla fine impegnato per la 52° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia con una collettiva "Camera 312-promemoria per Pierre", progetto a cura di Ruggero Maggi per il Milan Art Center. L'evento rende omaggio al critico d'arte e fondatore del movimento del Nouveau Réalisme, Pierre Restany (1931-2004) che ha soggiornato in maniera continuativa per oltre trent'anni nell'ormai storica camera 312 dell'Hotel Manzoni di Milano. Proprio l'arredamento originale della camera è presentato all'interno degli spazi espositivi, le pareti sono totalmente avvolte da fluttuanti post-it gialli. Quest'ultimi, strumenti d'uso quotidiano, usati volentieri da Restany, sono l'elemento base del progetto espositivo: l'installazione comprende un tappeto di fogliettini che coprono le pareti e avvolgono i mobili,quasi un unico promemoria formato gigante dal forte impatto visivo. Un assemblaggio collettivo inizia sulle pareti per proseguire sui mobili, ricoprendo lo spazio circostante con isole di colore rigoro- samente giallo che coinvolgono e avvolgono lo spettatore. Evento che conferma e rafforza il sodalizio culturale e artistico tra i due: il mondo colorato e geometrico, fatto di segni e linee di De Tora si fonde con quello di Restany, fatto di materiali economici, svolazzanti, semi-adesivi e precari ma forti abbastanza da lasciare un segno pregnante e imperituro della loro capacità di rendere l'arte un bene che emoziona, suggestiona e resiste alla tecnologia, perché comunque le rimane qualcosa da dire. La scomparsa di De Tora lascia sgomento il mondo dell' arte e della cultura. il corteo funebre partirà dall' abitazione dell' artista oggi alle 12, in via Bernardo Cavallino 74. Ci resta una sua frase che lo racconta: «Ricerco la gioia razionale di vivere, ricerco un' arte di tutti ... ».

 
immagine-logo per Camera 312-promemoria per Pierre
 
 
ARTICOLO DI VIVIANA TESSITORE SULLA RIVISTA JULIET N.133 DI GIUGNO 2007

Vi scrivo una lettera piuttosto lunga perchè non avevo il tempo di farla più corta” così Blaise Pascal comunicava al suo corripondente. Che comunicare bene e sinteticamente sia compito arduo lo si dice da sempre, ma di certo veniamo spesso assaliti da tutte le forme di riduzione. È oggi, più che mai il tempo della compressione del discorsi: una compressione che arriva fino all'essenziale. E' la brevità e il restringimento, la semplificazione e l'abbreviazione; le frasi e l'intero testo vengono fatti a pezzi, le parole sono ridotte a monconi e la comunicazione è spesso a brandelli. A una nuova forma di lettura si affianca una nuova forma di scrittura. E' la nascita di una nuova etichetta.Ma la brevità non è sempre male. La brevità è immediatezza di linguaggio, è capacità di sintesi e ricezione veloce. Brevità sono i versi delle forme poetiche giapponesi del Tanka e dello Haiku, la brevità sta nella prodigiosa rapidità d'esecuzione dei capolavori dell'impressionismo, brevi sono i cortometraggi, i videoclip e i cartoni animati. Brevissimo è il tempo dì uno scatto della Polaroìd e dell'infiltrazione dei messaggi subliminali visivi e musicali. Da sempre sinonimo di immediatezza e apparente spontaneità è il foglietto pro-memoria. Affisso sullo schermo del computer, sulle scrivanie, sullo specchio della toilette; è il foglietto giallo altrimenti conosciuto come "post-it".E' il 1968 quando nasce il celebre "giallino" derivante da una scoperta innovatrice che si verificò per errore dalla mente di due scienziati di cui uno con la passione del canto corale: il desiderio di trovare un potente adesivo e, pochi anni dopo, la necessità di creare dei segnalibri per l'innario della chiesa. Il post-it può essere incollato sui più disparati oggetti e facilmente rimosso dagli stessi. Il post-it è un rìdottissimo campo di colore atto ad ospitare poche, pochissime parole.Tanti post-it, rigorosamente quadrati e rigorosamente gialli; frammenti per non dimenticare, piccoli tasselli a favore della coralità, dell'unione, della narrazione continua. Il post-it è sinteticità del linguaggio che rapidamente conduce all'ìnformazione. Ricordati. Ricordami.Il post-it non chiede risposta. Il post-it è ''affiggilo'' ''leggilo''. Il post-it è creazione estemporanea, che richiede grande capacità alla penna. '' Solitamente mi ci vogliono tre settimane per preparare un valido discorso improvvisato'' si rimproverava Mark Twain. E se è vero che solo parlando si può essere ascoltati e solo tacendo si rischia il malinteso e l'equivoco, sappiamo peraltro che il post-it informa e ricorda.E' per Pierre Restany. Un omaggio a Pierre Restany. Un omaggio al Nuovo Realismo che creava composizioni con i materiali più disparati. Tanti artisti, tante ''presenze umane'' per una sola persona. Tanti post-it nello stesso posto e nello stesso tempo. Lentamente, a ogni dettaglio se ne aggiunge un altro e l'ambiente, la stanza diviene luogo di accadimenti. E' la Camera 312 dell'Hotel Manzoni. E' la camera di Pierre Restany. Gli stessi arredi, gli stessi colori, gli stessi mormorii e i caldi rumori di fondo.Per un uomo che c'era, per un uomo che c'è. Ogni post-it è un post-it d'artista. E' un pensiero, un fotogramma, una battuta di dialogo, un'opera d'arte.

 
STRALCIO DALL'ARTICOLO DI RENATA CARAGLIANO E STELLA CERVASIO SU REPUBBLICA DEL 13 GIUGNO 2007

A Venezia un curatore partenopeo per il Brasile....

Sangue e choc sulla Laguna -Napoli incanta la Biennale

…..........Napoli era presente anche, oltre che con Vettor Pisani e Shimamoto portati dalla Fondazione Morra, con il Pan che in trasferta a bordo della barca "Fusina", ancorata in laguna davanti all'ingresso dei pa- diglioni della Biennale a Giardini, ha avuto ospiti illustri come Matthèw Barney, Marina Abramovic e Luigi Ontani che sono stati intervistati e trasmessi in diretta su una serie di frequenze radio e in streaming al computer. Ai visitatori sono state distribuite radioline per ascoltare la voce degli artisti. A un'altra delle tappe in giro per Venezia satura d'arte, ha partecipato Gianni De Tora, che con altri artisti, è stato invitato a ri- cordare il critico Pierre Restany nell'installazione "Camera 312", che ricostruisce la stanza d'albergo mi- lanese in cui visse. La scoperta è che la cura di uno dei padiglioni nazionali, quello del Brasile, è stata affida- ta a un giovane napoletano, Jacopo Crivelli Visconti.......

 
 
altro particolare dell'opera
 
 
parte della installazione dell'opera con Tiziana De Tora (figlia del Maestro)
 
 

 

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